Chi [potrebbe scegliere]religione migliore di colui che sottomette ad Allah il suo volto, opera il bene e segue sinceramente la religione di Abramo il sincero? Allah prese Abramo per amico."
(Corano, Sura 4, vers. 125)
Fu uno dei pochi Profeti che ricevettero una Sacra Scrittura, i Fogli, che purtroppo andarono perduti. Come tutti i Messaggeri scelti da Allah, Abramo era un puro monoteista. Era scevro, cioè, da qualsiasi tendenza idolatrica alla quale inclinavano, invece, molti fra gli uomini della sua epoca, fra i quali anche il suo stesso padre.
Abramo, durante una notte, si ritrovò a riflettere su ciò che gli altri adoravano, tentando di capire se la via da loro seguita potesse essere giusta o sbagliata. Ad un certo punto, vide una stella, e disse: "
Ecco il mio Signore!
Sura 6, parte del vers. 76)
Poi la stella tramontò, e quindi disse: "
"Non amo coloro che tramontano."
(Sura 6, parte del vers. 76).
Successivamente, vide la luna, e ripeté:
"Ecco il mio Signore!"
(Sura 6, parte del vers. 77)
Anch′essa, in seguito,tramontò, ed Abramo disse che se il Signore non lo avrebbe guidato, sarebbe sicuramente stato tra coloro che si sarebbero persi. Infine, vide sorgere il sole, e disse:
"Ecco il mio signore, ecco il più grande!"
(Sura 6, parte del vers.78).
Quando, infine, si accorse che anche il sole sarebbe scomparso per lasciare spazio alla notte, dichiarò con fermezza: "
O popol mio, io rinnego ciò che associate ad Allah! In tutta sincerità rivolgo il mio volto verso Colui che ha creato i cieli e la Terra: e non sono tra coloro che associano."
(Sura 6, parte del vers. 78-79)
Già queste poche parole tratte dal Sacro Corano, racchiudono in sé una componente fondamentale che appartiene alla religione islamica: l' uso del ragionamento, che ha aiutato Abramo a scegliere verso chi dirigere la sua grande fede. Ciò dimostra che Allah l' Altissimo, attraverso l' Islam, non chiede agli uomini di tapparsi occhi e orecchie e di non riflettere, anzi: facendolo, infatti, ci si ritroverà sempre davanti alla Verità, cioè sulla Via che Dio ha scelto per donare la salvezza agli uomini. Tutto ciò, dimostra inoltre la grande libertà che Dio ci ha donato, con la quale possiamo decidere - con, ovviamente, conseguente responsabilità personale - la via che riteniamo più giusta seguire. Egli infatti ci ha insegnato ciò che è giusto e ciò che non lo è, il resto spetta a noi).
La gente che apparteneva al suo popolo, cercò di convincerlo a diventare idolatra a sua volta, minacciandolo addirittura di ritorsioni da parte dei loro déi, ma egli, logicamente, non dette assolutamente peso alle loro parole, perchè era guidato da Allah, e quindi aveva la certezza di essere nel giusto, e disse che era oltremodo insensato che pretendessero che lui temesse i loro idoli, visto che dimostravano di non temere affatto Allah, il loro stesso Creatore. Quando egli, poi, interrogò sia loro che il proprio padre (che venne spesso avvisato da Abramo di essere in grave errore, ma che non cessò comunque di essere pagano) a proposito di coloro che adoravano, essi risposero che presero le statue come idoli in quanto videro i loro stessi padri farlo, e quindi li rimproverò, dicendo che sia loro che i loro avi avevano commesso un enorme sbaglio, e che appena ne avesse avuto l' occasione, avrebbe agito contro le loro divinità (logicamente, non per nuocere al suo popolo, anzi, ma per aiutarli ad abbandonare la via del male guidandoli verso quella della salvezza).
Difatti, un giorno trovò una scusa per non partecipare ad uno degli annuali riti pagani, e ne approfittò per ridurre in briciole tutti gli idoli in pietra, eccetto uno, il più grande. Quando gli altri tornarono, rimasero stupiti dall' accaduto, e gli chiesero che cosa fosse successo in loro assenza. Abramo rispose di interrogare a questo proposito l' idolo rimasto intatto, e li mise così in una condizione di evidente imbarazzo, e per un attimo vacillarono rispondendo che lui stesso sapeva bene che l' idolo era inerte, che non poteva rispondere. Il Profeta, perciò, replicò loro giustamente e duramente, dicendogli com' era possibile che adorassero un qualcosa costruito dalle loro stesse mani e non adorassero Allah, che creò sia loro che ciò che avevano fabbricato. Però l' attimo di cedimento e di sincerità durò molto poco, infatti il suo popolo trovò molto più semplice condannare a morte l' Inviato di Dio bruciandolo vivo, anziché rinunciare alla loro idolatria per andare incontro alla via del bene. La tradizione racconta che Abramo fu gettato dal tetto di una costruzione in mezzo ad un' enorme catasta di legna infuocata, ma che Allah, Gloria a Lui L' Altissimo, lo salvò. Infatti, il Profeta ne uscì sano e salvo.
"Dicemmo:- Fuoco, sii frescura e pace per Abramo-. Tramarono contro di lui, ma Facemmo sì che fossero loro i perdenti.-"
(Sura 21, vers 69-70).
Il Profeta, poi, decise di lasciare il popolo al quale apparteneva, visto che il Messaggio Divino che recava era loro indifferente, e che la loro condizione di pagani era irrimediabile. Si diresse perciò dall'(attuale) Iraq, sua terra d' origine, verso la (attuale) Palestina. Egli aveva due compagne, la prima, forse la più nota, si chiamava Sara, l' altra Hajar (che Allah sia soddisfatto di entrambe). Ad un certo punto della sua vita, Abramo desiderò ardentemente avere un figlio, e pregò Allah affinché gli concedesse questa gioia. Egli, nella Sua Magnanimità, lo esaudì, e così da Hajar nacque un maschio, che venne chiamato Ismaele. Poco tempo dopo, Allah gli ordinò di lasciare il bambino e la madre nell' allora sterile valle dell' Hijaz (dove sarebbe sorta in futuro la florida Sacra città di Mecca), ed egli obbedì prontamente, avendo in cuor suo la certezza che L' Altissimo avrebbe certamente provveduto loro.
Difatti, quando Hajar rimase sola con il piccolo Ismaele senza più provviste né acqua (inizialmente, pur essendo anch' ella una donna pia, venne presa dall' agitazione, temendo più che altro per la salute del suo bambino, e si mise a correre fra i colli di Safa e Marwa, cercando di intravedere qualcuno a cui poter chiedere aiuto; uno dei riti del pellegrinaggio, che fa parte dei cinque pilastri dell' Islam, consiste proprio nel percorrere per sette volte la strada per raggiungere i due colli, ripetendo le esatte gesta che compì la donna), Allah compì un miracolo: fece sgorgare, proprio sotto i piedini del bambino, la fonte (tuttora esistente a Mecca) di Zamzam (la quale ha un acqua dalle proprietà dissetanti e nutritive uniche al mondo), provvedendo così alla salvezza del piccolo e della madre.
Tempo dopo, venne annunciata ad Abramo e Sara la nascita di un ulteriore figlio, Isacco. La notizia venne loro comunicata da due angeli, che assunsero sembianze umane. Il Profeta e la donna, si stupirono moltissimo di ciò che venne detto loro, in quanto erano entrambi molto anziani, e addirittura Sara era sterile, ma furono comunque felici di ciò. Quando entrambi i figli crebbero un poco, Abramo venne messo alla prova da Dio nel più difficile dei modi: L' Altissimo gli chiese infatti di sacrificare la persona a lui più cara, il primogenito Ismaele, per dimostrare la sua fede. Egli accettò, pur soffrendo, perchè la grandezza della sua fede era incredibile, e quindi comunicò al figlio la Volontà di Allah, ed anche Ismaele stesso (notare anche la grandezza e la nobiltà dell' animo del giovane, anch' esso, così come il fratello Isacco -la pace sia su entrambi-, destinato in futuro ad essere Profeta) accettò di essere ucciso dal padre per obbedire alla Volontà di Dio. Ma logicamente, ciò non accadde.
Nella Sua Misericordia e Bontà, Allah, poco prima dell' attuazione del sacrificio, fece apparire vicino al luogo prescelto un montone di grande valore, e ordinò loro di sacrificarlo al posto di Ismaele. Quella che Abramo e il figlio sostennero, fu una prova di fede di inestimabile valore, che viene ricordata annualmente in occasione della festa di "l' aid al-Addha" (la festa del sacrificio), che si svolge al termine del periodo del pellegrinaggio alla città Santa di Mecca (in questo giorno, ogni famiglia che ne ha la possibilità, sacrifica un montone, e ricorda la superba prova dei due uomini, nonché la insuperabile Magnanimità del Creatore, che sollevò i suoi servi da un tale onere). Fra l' altro, furono proprio loro due stessi ad erigere, dietro richiesta di Allah, la Sacra Ka'aba (la tradizione, a questo proposito racconta che il Sacro Edificio venne eretto la prima volta da Adamo, e che Abramo e Ismaele provvidero in seguito a ricostruirlo), ed Abramo pregò l' Altissimo affinchè il luogo nel quale essa è tuttora presente, potesse essere sicuro, e che la gente di quel territorio potesse essere provvista di frutti (e così accadde, infatti all' epoca la zona era desertica, mentre adesso è ricca di ogni bene). Che Allah doni la Pace ad Abramo, eterno esempio di fede ed amore verso Dio, e doni la pace ad Ismaele ed Isacco, anch' essi Profeti e uomini di Verità.
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